Insieme alla Concordia naufragano 6 mila opere d’arte
Stefano Ciavatta
Mentre continuano le operazioni di ricerca dei dispersi, rischiano di andare perse, nella tragedia della Costa Concordia, 6mila opere, tra opere d’arte contemporanea e pezzi di antiquariato da collezione (in particolare 510 originali e 5mila 700 copie) ispirate al tema della nave. Da tempo infatti Costa Crociere ospita a bordo delle sue navi collezioni di opere d’arte, tanto che nel catalogo “Arte a Bordo” edito da Skirà si definisce la compagnia come «uno dei maggiori investitori sul mercato artistico italiano».
Opera della serie “Oltremare” di Omar Galliani, tre sono a bordo della Costa Concordia
17 gennaio 2012 - 10:56
Nella tragedia della Costa Concordia, mentre ancora si cercano i ventinove dispersi e sono sei i morti accertati, verranno inghiottite e rovinate dall’acqua molte opere d’arte installate nelle suite e negli ambienti pubblici. Probabilmente, quando le ricerche degli ultimi superstiti saranno finite, soltanto le operazioni per evitare il disastro ambientale eviteranno la caccia degli sciacalli e di eventuali ladri su commissione.
Delle sue gallerie d’arte galleggianti la Costa Crociere si fa vanto da molto tempo, riprendendo la tradizione dei grandi translatlantici che solcavano gli oceani negli anni d’oro. Non solo saune, massaggi, terrazze per l’intrattenimento dei passeggeri ma anche il benessere dell’arte. Una passione celebrata in un libro pubblicato da Skira intitolato “Arte a bordo” (presentato quest’anno alla Triennale di Milano dalla curatrice Martina Corgnati con Philippe Daverio, l’ad Pier Luigi Foschi) dove il semiologo Ugo Volli definisce l’azienda «un grande collezionista d’arte, certamente uno dei maggiori investitori sul mercato artistico italiano». Esiste anche un premio Costa Crociere per gli scultori under 40 in collaborazione con il Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Sulle quattordici navi della flotta vengono ospitate opere di nomi celebri dell’arte italiana, come Emilio Tadini, Emanuele Luzzati, Aldo Spoldi, Omar Galliani, Roberto Sambonet, Bruno Lucchi, Arman. Una monumentale donna sdraiata in bronzo di Botero accoglie nella hall centrale i passeggeri della Luminosa. Dentro la Deliziosa troneggia una delle celebri sculture di Arnaldo Pomodoro. Le tavole di Milo Manara accompagnano gli ospiti dell’Atlantica dove per i 50 anni della Dolce Vita è stato messo in mostra anche un intero set fotografico felliniano di Tazio Secchiaroli, una collezione di pupi siciliani di Emanuele Salamanca è esposta sulla Magica.
Non fa eccezione la Concordia dove ogni ambiente era ispirato a un grande artista o a uno stile artistico e architettonico: il casinò omaggiava Antonio Gaudì con le sue mattonelle colorate e le colonne a spirale, uno dei ristoranti citava la “Composizione in rosso, giallo e blu” di Mondrian e il Gran Bar Berlino rievocava lo stile Biedermeier, la sala da ballo Vienna quello barocco austriaco. Un trionfo del kitsch voluto dall’architetto Joseph Farcus, sessantasettenne americano di Miami, considerato il numero uno della pop art applicata all’architettura navale. Per Farcus l’obiettivo era scioccare e divertire creando un teatro della vacanza dove ogni oggetto avesse un suo significato simbolico e dove luci e atmosfere giocassero un ruolo da protagoniste. Non a tutti piaceva lo stile della Concordia. Marco De Jorio, ex consulente Costa ora architetto per i i rivali della Msc, dichiarò polemicamente che «non tutti quelli che vanno in crociera vogliono sentirsi a Las Vegas. Noi puntiamo non a stupire o, a volte, a sconcertare, ma a creare ambienti confortevoli, eleganti, raffinati, che siano testimonial del Made in Italy».
La collezione di arte contemporanea della nave era curata da Nicola Salvatore, docente dell’Accademia di Brera di Milano e scultore. Tra le tante opere d’arte le tre tele “Oltremare” del pittore figuratico Omar Galliani, il pannello “Incontrarsi” dello spagnolo Javier Garcera, il ciclo dei nove grandi pannelli “Viaggio nelle città europee” dell’eclettico Aldo Spoldi, la tavola “Incontro e dissoluzione” di Jordi Garcaa Pons, l’opera “La Città della Concordia” di Fernando De Filippi e le sculture di Nicola Salvatore. Nel Grand Bar Biedermeier erano esposti 24 oggetti in cristallo della prima metà dell’ottocento. Nel Piano Bar Budapest facevano bella mostra alcuni vasi delle ceramiche Zsolnay, fondate nel 1853 da Miklòs Zsolnay. Il Centro Benessere Samsara era decorato da una importante collezione di xilografie giapponesi costituita da 12 xilografie tratte dai libri manga di Katsushika Hokusai. A bordo di Costa Concordia erano installate anche opere di trentacinque artisti, docenti e giovani allievi delle principali Accademie d’Arte di Europa. Il tempo dirà cosa si salverà della sbornia kitch di Farcus e delle ambizioni artistiche della compagnia.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/costa-concordia-collezione-arte#ixzz1lKdt1hw6
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