In un’Italia in crisi, la prima banca è la mafia
Con i suoi 65 miliardi di capitali, a volte le mafie sono l’unica possibilità che i piccoli commercianti vittime della crisi hanno di chiedere un prestito. Una vera manna per il crimine organizzato.
La mafia non sa cosa sia la crisi, al contrario, anzi ne trae vantaggio. Secondo il rapporto annuale dell’associazione SOS Impresa, la mafia si è ingigantita e può ormai essere considerata la prima banca del Paese con 65 miliardi di liquidità.
Per l’associazione, l’estorsione condotta dai gruppi criminali è diventata persino un’ “urgenza nazionale”. Approfittando delle riduzioni creditizie delle banche, le organizzazioni mafiose hanno infatti aumentato la pressione sui piccoli commercianti, i quali sono costretti a cedere contraendo prestiti ad interessi esorbitanti.
“Mentre la crisi ha minato la fiducia delle banche, le mafie arrivano con i loro capitali disponibili, frutto di attività criminali, e sono gli unici [finanziatori] pronti ad assumersi dei rischi”, spiega Eric Vernier, esperto di riciclaggio di denaro e ricercatore associato dell’IRIS. “Per i commercianti e gli artigiani, [le mafie] rappresentano la loro unica possibilità di prestito e l’unico mezzo per salvare le loro aziende ed i posti di lavoro”.
Secondo il rapporto, 200 000 persone sarebbero così vittime degli usurai. Per l’Italia, le conseguenze sono disastrose. Secondo le stime di SOS Impresa, i commercianti sono vittime di “1300 crimini al giorno, circa 50 all’ora, ossia quasi uno al minuto”. Dal lato economico, “l’usura ha provocato la chiusura di circa 1800 aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro”.
Giro d’affari da 140 miliardi all’anno
Secondo SOS Impresa il profilo dei mafiosi è cambiato. Finita l’epoca dei gangster vecchio stampo, largo ai banchieri, agli avvocati e ai notai. “Si tratta di estorsione da colletti bianchi. Grazie alla loro professione conoscono i meccanismi del mercato creditizio legale e spesso sono a conoscenza della situazione finanziaria delle loro vittime”.
La mafia italiana funziona davvero: secondo SOS Impresa il giro d’affari del crimine organizzato raggiunge i 140 miliardi di euro con profitti superiori a 100 miliardi di euro. Nel 2007, i ricavi erano inferiori ai 10 miliardi.
Per Eric Vernier, la pratica dei prestiti estorti è decollata negli anni ’80 e ’90, “da quando le mafie si sono inserite sempre di più nell’economia con attività maggiormente legate alla finanza”. La prospettiva di una ripresa economica in Italia potrebbe generare un’inversione di tendenza? “Quando una sistema prende piede, è difficile venirne fuori, risponde. Temo che la crisi abbia consolidato un’abitudine”.
Da parte sua SOS Impresa spinge le vittime a denunciare [le estorsioni]. “L’anno scorso siamo stati contattati da più di 3000 aziende. Ma i rari imprenditori che denunciano l’estorsione sono talvolta abbandonati a se stessi dalla politica, dalle banche e persino da amici e dalla famiglia”.
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