venerdì 24 febbraio 2012

FACEBOOK COME NON PAGARE LE TASSE



http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=13364

FACEBOOK Come eludere 2 miliardi di dollari e vivere felici


Tutti ormai conoscono Facebook, il social-network che mette in contatto tra loro (anche senza che lo desiderino) quasi un miliardo di persone al mondo e il suo fondatore e amministratore, Mark Zuckerberg. Ma forse non tutti sanno che, dopo che la sua Facebook è sbarcata in borsa in febbraio, il giovanissimo Zuckerberg (nato il 14 maggio 1984) è tra gli uomini piu’ ricchi del mondo. Il suo successo commerciale infatti, dopo che la quotazione ha superato i 40 dollari per azione rende indiscutibilmente Zuckerberg, padrone di circa 413 milioni di azioni della sua azienda, un nababbo multimiliardario. Ma il bello è che, oltre a questa quota già immensa, lui ha ottenuto nel 2005 120 milioni di opzioni per acquistare le azioni Facebook al prezzo veramente stracciato di 6 centesimi l’una.
Pagherebbe per ogni azione 6 centesimi invece di 40 dollari.
Ma c’è un rovescio della medaglia: se esercitasse l’opzione fa un guadagno, e sui guadagni si devono pagare le tasse. Tali guadagni vengono trattati dal fisco Usa al pari delle retribuzioni e scatterebbe l’aliquota d’imposta più onerosa. Non si tratta infatti di profitti finanziari gravati al massimo del 15%: i profitti da opzione sono tassati al 35%.
Poiché è stato calcolato che il guadagno da questa conversione sarebbe di circa 5 miliardi di dollari, la corrispondente tassa a suo carico sarebbe di circa 2 miliardi di dollari, e se la pagasse diventerebbe di colpo il maggior constorico degli Stati Uniti.
E qui scatta il trucco: la tassa si paga solo quando il guadagno si realizza. Finché mantiene le sue azioni e non le vende, non realizza guadagni e non paga niente.
Potrebbe però essere costretto a vendere un po’ delle sue (altre) azioni per comprare queste. In tal caso pagherebbe la tassa solo sul guadagno realizzato in quella vendita, non su tutto il quantitativo opzionato. Ma ancora una volta c’è la possibilità di “eludere” il fisco. Stavolta con una “furbata tradizionale” dei ricchi per non scoprirsi e non pagare le odiate tasse. Si fa così: invece di vendere le azioni e pagare l’acquisto, si fa prestare i soldi da una banca, che però vorrà garantirsi. Dando in garanzia la necessaria quantità di azioni eviterà così di vendere azioni e di doverci pagare le tasse (anzi: se il prestito viene “organizzato”, potrebbe anche detrarre dalle sue tasse gli interessi del prestito).
Qualcuno dirà: va bene, ma presto o tardi dovrà pagarle queste tasse, o no? Magari al momento della sua morte, come tasse sulla successione.
Nemmeno per sogno! Alla sua morte tutto si azzera. I suoi eredi pagheranno tasse soltanto sugli incrementi che avverranno successivamente all’eredità, e solamente se venderanno.
Basta vedere il caso di Steve Jobs. Lui non ha mai venduto le sue azioni per tutta la sua vita, quindi non ci ha mai pagato tasse. Eppure al momento della sua morte erano arrivate al valore di due miliardi di dollari. La sua vedova ha ereditato la fortuna e, qualora decidesse di vendere le azioni per realizzare, pagherà tasse solo sul valore incrementato dei titoli dal momento della successione a quello della vendita. Se il loro valore nel frattempo non è cresciuto, non pagherà tasse.
Quindi a Mr. Zuckerman basta seguire l’esempio di Steve Jobs. Con tanti saluti a quelli che devono pagare fino all’ultimo centesimo sul misero reddito da lavoro o da pensione.

Nessun commento:

Posta un commento