Trans Artist, come fare l’artista e girare il mondo gratis
Elisa Zanetti
Dalla Francia all’America, dall’Australia al Marocco la rete Trans Artists offre ad artisti impegnati in ogni disciplina un periodo di soggiorno gratuito per realizzare le proprie opere. Pittori, scultori, ballerini e film-maker hanno così la possibilità di lavorare insieme con vitto e alloggio spesso pagati, entrando in contatto con persone e realtà lontane.
L'installazione di Isabelle Smeets
6 gennaio 2012 - 17:50
Sarebbe sicuramente piaciuto a Van Gogh che ad Arles, nel sud della Francia, sognava di fondare unʼassociazione di pittori che perseguissero unʼarte nuova e potessero lavorare a stretto contatto. Probabilmente Gauguin, che raggiunse il pittore olandese in Provenza (ma che a causa delle numerose liti con il compagno di avventura ben presto fuggì) avrebbe archiviato la prima insoddisfacente esperienza e mandato una nuova “application form”, per partire alla volta di una più esotica destinazione. Si chiama Trans Artists ed è un progetto che permette ad artisti provenienti da tutto il mondo di spostarsi all’interno dei cinque continenti e di ottenere fondi per la realizzazione dei propri lavori.
Trans Artists, avrebbe probabilmente riscosso successo anche in altre epoche e forse avrebbe potuto addirittura sostituire fenomeni come quello del Grand Tour, che dal XVII secolo in poi vide molti pittori partire al seguito dei giovani rampolli dellʼaristocrazia europea per documentare quelli che erano veri e propri viaggi formativi, o il mecenatismo, la forma di sostegno degli artisti da parte degli aristocratici, nata nella Roma augustea.
Oggi ci sono tanti giovani creativi che scelgono questa strada per dar vita ai loro progetti e al tempo stesso potersi confrontare con colleghi di altre realtà. Chiunque voglia aderire, a seconda delle proprie inclinazioni e allʼopera che intende realizzare, può scegliere fra più di 1.500 destinazioni in 90 stati diversi che vanno dallʼItalia al Giappone, dalla Thailandia al Canada, dalla Norvegia allʼIran, passando per le acque caraibiche di Guadalupa fino a quelle gelide dellʼIslanda (guarda la mappa). Per partecipare alla selezione i candidati devono inviare un curriculum, allegare alcuni lavori già realizzati ed esporre il progetto che intendono realizzare. Gli aspiranti partecipanti devono poi accedere al sito, inserire nel motore di ricerca il proprio campo di competenza e vedere quali sono le residenze più adatte a offrire loro ospitalità.
Le discipline sono moltissime: da pittura, scultura e fotografia ad arti applicate come moda, disegno grafico e gioielleria. Da quelle dello spettacolo con teatro, danza, senza dimenticare la regia, fino a pratiche legate allʼutilizzo di strumenti multimediali o alla curatela di mostre. Si può partire per la Costa Rica o il Montenegro per scrivere il proprio libro, oppure dedicarsi allo studio della musica in Sud Corea, in Giappone o perché no lavorare il vetro alle Mauritius, a Washington o Shanghai. Le formule proposte variano da un istituto allʼaltro e i periodi di permanenza possono essere di alcune settimane come di alcuni mesi.
Confrontando gli ultimi dati disponibili, sono tre i settori che hanno avuto il maggior incremento di richieste di adesione: dal 2009 al 2010 le arti visive sono cresciute del 360% (raggiungendo il 53% sul totale delle richieste), quelle applicate del 300% (e 15% del totale) e quelle dello spettacolo del 200% (nonché 5% del totale).
Uno dei principali punti di forza che la residenza all’estero offre è la possibilità di rapportarsi con altri artisti, che diventano «quasi una seconda famiglia» ma al tempo stesso la garanzia di avere i propri spazi per lavorare, in «un perfetto mix di compagnia e solitudine» come racconta Margriet Westerhof, in Brasile per realizzare un film. Il viaggio in un altro paese permette agli artisti di vedere da vicino culture che sono sempre state fonte di ispirazione, come nel caso di una coppia di artisti partiti per l’Andalusia: «Il mio compagno di viaggio è uno scultore e utilizza la ceramica nei suoi lavori, per questo l’idea di andare l’Andalusia lo entusiasmava», oppure di confrontarsi con realtà diverse da quella di provenienza, come spiega Rolina Nell, che nel 2007 ha trascorso un mese in Bulgaria, Georgia, Iran, India, Cina e Lettonia per raccontare attraverso i suoi dipinti «in che modo le donne mostrano se stesse in relazione all'ambiente circostante».
In Italia esistono ben 34 associazioni dove trascorrere un periodo di studio e lavoro. Si va da Roma a di Noeopoli, piccolo paese di poco più di mille abitanti nelle colline della Basilicata, che garantisce agli artisti la serenità necessaria per dedicarsi alle proprie opere. Siena e Venezia mettono a disposizione la loro tradizionale abilità nella decorazione delle vetrate e nella lavorazione del vetro, mentre Milano offre quattro diverse possibilità, dove dedicarsi a danza, teatro, ma anche a scultura e arti multimediali. A Torino invece un vecchio tram è stato trasformato in residenza, o in Bivacco Urbano come viene chiamato, e collocato all’interno di una rotonda. Gli artisti possono così lavorare a stretto contatto con gli abitanti della zona, che vengono così coinvolti nelle attività del gruppo.
Ci sono accademie che offrono vitto e alloggio e coprono interamente le spese per la realizzazione dei progetti, altre che chiedono ai partecipanti un contributo più o meno grande o di ripagare lʼospitalità ricevuta donando una propria opera. Spesso vengono organizzate mostre e spettacoli per esporre il lavoro svolto ed entrare in contatto con gli attori del mercato dellʼarte locale. Ciò che però è comune a tutte le residenze che aderiscono ad Artists in Residence è la possibilità di soggiornare in strutture dedicate, con spazi di lavoro dove artisti provenienti da tutto il mondo possono lavorare gomito a gomito, condividendo conoscenze, prospettive e orizzonti culturali diversi.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/trans-artists#ixzz1lKenzHxj
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