mercoledì 1 febbraio 2012

NON è UN PAESE PER GIOVANI


Secondo l’indagine condotta dall’Istat fino a fine dicembre 2011, il tasso di disoccupazione giovanile è tornato ai livelli di dieci anni fa. Si è sfiorata la quota di due milioni e duecentoquarantatremila di disoccupati tra i quindici e i ventiquattro anni, una proporzione del tipo di un giovane disoccupato su tre che non si registrava dal 2001.
Il tasso misurato di disoccupazione è stato stimato all’8,9 % cresciuto dello 0,8 punti percentuali su base annua.. Solo nel mese di dicembre il tasso di disoccupazione giovanile è stato attestato al 31% con una decrescita intorno ai 0,2 punti percentuali.
Eppure l’unica cosa in cui l’Italia non abbonda è proprio di popolazione giovanile. Proprio oggi è stato presentato il Libro Bianco sulla salute dei bambini presentato dall’Universita’ Cattolica e dalla Sip – Societa’ italiana di pediatria. Sebbene la popolazione italiana dal 2001 al 2010 sia aumentata del 5,9%, il suo volto è sempre più vecchio. L’incremento percentuale infatti non riguarda la fascia di età 0-18 anni, diminuita invece del 2,64%.
Dal rapporto si legge che – a livello territoriale, la percentuale maggiore di giovani under-18 anni (21,6%) si registra in Campania che, ormai da anni, detiene il record di regione ”piu’ giovane”. Valori elevati vengono riscontrati anche nella PA di Bolzano (21%), in Sicilia (20,2%) e in Puglia (19,6%). Al contrario, la Regione con la struttura per eta’ meno sbilanciata verso la classe ”giovane”, e’ la Liguria che presenta il dato piu’ basso (14,6%) e che, da anni, risulta essere la regione ”piu’ vecchia”. Seguono il Friuli Venezia Giulia (15,7%), la Toscana (15,9%) e, a pari merito, il Piemonte e la Sardegna (16,1%).
L’evoluzione della natalita’, nei due periodi temporali in esame (2002-2004; 2008-2009), e’ rimasta, a livello nazionale, costante e pari al 9,5‰, cioe’ nascono 9,5 bebe’ ogni 1000 abitanti. Dal triennio 2002-2004 al biennio 2008-2009 la natalita’ e’ diminuita nelle regioni dove era piu’ alta (PA di Bolzano, Campania, PA di Trento e Sicilia) e nelle regioni meridionali, a eccezione dell’Abruzzo che presenta un lieve incremento (+0,2 punti percentuali) e della Sardegna il cui valore e’ rimasto costante.
Nel biennio 2008-2009 i valori piu’ alti si registrano nella PA di Bolzano (10,7‰), nella PA di Trento (10,4‰) e, a pari merito, in Valle d’Aosta e Campania (10,3‰), mentre i valori piu’ contenuti si riscontrano in Molise (7,6‰), Liguria (7,7‰) e Sardegna (8,1‰). Dal Libro Bianco emerge chiaramente l’incremento delle nascite da cittadini stranieri, sia con uno che con entrambi i genitori stranieri, soprattutto a partire dall’anno 2003.
La quota piu’ elevata e’ quella dei nati da madre straniera. Questo indicatore, che nel 1999 era pari a 5,4%, si attesta nel 2008 a 15,9%. Le regioni del Nord sono nel 2008 quelle con la piu’ elevata incidenza di nati da almeno un genitore straniero: l’Emilia-Romagna (madre 25%; padre 21,7%), il Veneto (madre 24,4%; padre 21,6%) e la Lombardia (madre 23,2%; padre 20,6%).
Al contrario, nelle regioni del Mezzogiorno la quota di nati con almeno un genitore straniero risulta non solo inferiore al dato nazionale, ma estremamente contenuta. Sono i romeni, la prima comunita’ per presenza (20,5%), a generare il piu’ alto numero di nati tra gli stranieri (17,2%). Al secondo posto la comunita’ marocchina con il 16,9%. Segue la comunita’ albanese con il 12,6%.”


Tratto da: L’Italia un paese di nonni e di un giovane su tre disoccupato | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/02/01/l%e2%80%99italia-un-paese-di-nonni-e-di-un-giovane-su-tre-disoccupato/#ixzz1lBR3MhzT
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

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