giovedì 9 febbraio 2012

FBI:STEVE JOBS DROGATO DISONESTO



STEVE JOBS
STEVE JOBS
Steve Jobs drogato, disonesto e tirchio coi famigliari. E' il quadro che emerge da un dossier dell'FBI che oggi pubblica sul suo sito web le 191 pagine del file segreto relativo a ‘Steven Paul Jobs'. Un documento definito "molto più divertente della sua biografia ufficiale" dal New York Magazine.
Avviata nel 1985, quando il padre di Apple morto di tumore lo scorso 5 ottobre fu preso di mira da un ricattatore che minacciò di farlo saltare in aria se non gli avesse versato un milione di dollari, l'indagine del Bureau si è estesa più tardi. Quando il suo nome emerse tra i candidati all'US President's Export Council dell'allora amministrazione di George Bush padre. Si trattava di un incarico prestigioso che però non gli venne mai accordato.
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Dopo aver intervistato 15 persone del suo entourage (amici ed impiegati) l'FBI ritenne forse che aveva troppi "scheletri nell'armadio". Tra gli scogli elencati nel documento: il suo uso di droghe illegali tra gli anni 60 e 70 («non sappiamo se ne fa ancora uso», dichiara un'anonima gola profonda ai federali) e la sua presunta disonestà.
«Diversi agenti misero in dubbio l'integrità di Jobs», si legge nelle carte, «un uomo pronto a distorcere la verità e piegare la realtà per raggiungere i propri obiettivi». Altri testimoni incaricati di spettegolare sulla sua privacy commentarono che «in passato egli non ha mantenuto la madre della figlia avuta da una relazione extraconiugale» e neppure «la bambina» (Lisa, nata nel 1978 e cresciuta povera e con gli assegni statali, quando Jobs si rifiutò di riconoscerne la paternità).
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Un ex "amico" - rimasto anonimo - sostiene che «il suo carattere morale è discutibile» e che «egli possiede integrità solo quando gli conviene». Il sito Gawker, uno dei primi a visionare i file, si dice sconcertato. «Ho letto molti fascicoli relativi ad indagini FBI», scrive John Cook, «ma è raro trovare informazioni offensive come queste». E' ironico che ad infangarlo siano proprio le persone da lui stesso messe a disposizione dei federali: «la prova», afferma Cook, «che non conosceva bene i suoi amici».
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Secondo l'informato Business Insider.com l'FBI non ha mai digerito l'atteggiamento spocchioso di Jobs che avrebbe rifiutato i numerosi inviti del Bureau a farsi intervistare. La sua scusa: «sono troppo preso, non posso perdere un'ora del mio tempo seduto a parlare con voi». L'unica nota positiva che emerge dalle carte: «Jobs non ha parenti nei paesi controllati dai comunisti».

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